Da quante ore è formata una giornata?

9 dicembre 2016

 

C’è una cosa che si è profondamente trasformata da quando sono ad Amsterdam: la durata delle mie giornate. E non intendo il fatto che arrivo alla sera senza nemmeno accorgermene. Parlo invece di quando – arrivando alla sera – mi rendo conto che determinate cose sono accadute solamente quella mattina. Nonostante io sia convinta siano passate giornate intere, sono in realtà trascorse poche ore. E la cosa più divertente è che, parlandone con chi mi sta attorno, non sono l’unica a cui capita questa cosa.

 

Siamo vittime di qualche esperimento riguardante viaggi spazio-temporali?

Forse – mentre siamo convinti di aver passato 4-5 ore in ufficio dopo pranzo – ogni volta che ci alziamo per andare in bagno veniamo trasportati in qualche luogo magico dove il tempo è talmente veloce che, in soli 5 minuti, ne viviamo parallelamente almeno 300.

Altrimenti non si spiega come mai, in poco più di una settimana, sono riuscita a:

  1. Trovare almeno dieci offerte di lavoro bellissime
  2. Scartarne la gran parte: alcune per via dei requisiti incompatibili. Altre perché ho avuto talmente tanto tempo per rileggerle e per ripensarci che ho cambiato i miei parametri per definire il “bellissimo”
  3. Scrivere due lettere di motivazione ed inviarle entrambe
  4. Pensare ad almeno un altro paio di lettere di motivazione. E riuscire ad averle ben chiare in testa, pronte per essere trascritte
  5. Convincermi che nessuno di questi mi avrebbe mai richiamata… quindi andare alla ricerca di offerte di lavoro per lavapiatti e per camerieri italiani
  6. Cambiare idea almeno cinque volte riguardo il punto precedente
  7. Ricevere entrambe le risposte alle lettere di motivazione di cui al punto 3, a distanza di mezzora l’una dall’altra
  8. Fare un breve colloquio su Skype per la prima. Fare un test di logica per la seconda. Fare un vero colloquio per la prima. Arrabbiarmi perché la seconda azienda ci mette più di due giorni a darmi l’esito
  9. Aspetta, i punti precedenti erano tutti inseriti nelle mie pause libere. In realtà, nelle mie giornate ho: lavorato, studiato (se così lo si può chiamare), dormito (più che a sufficienza), mangiato (tanto), annoiata (quanto basta), bevuto (in compagnia), fatto sport (vediamo quanto dura).

 

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